(La granita. Palermo. Settembre 2017)
Estate 2017.
Si è fatto tardi.
Ho una voglia disperata di granita con la brioche, come ogni maledetta mattina, ma il trasloco è alle porte e mi sarei dovuta svegliare almeno due ore fa e adesso non c'è tempo neanche per il caffè.
Avrei dovuto iniziare a raccogliere qualche scatola di cartone per imballare i primi oggetti già da un mese. Niente, questa relazione con il tempo mi ha sempre distrutta.
Esattamente ci sono almeno due liste di cose che non vanno, lo scirocco che ha preso la residenza fuori dalla mia finestra e vari ritardi accumulati.
Vabbuò, vediamo se stamattina qualcuno si è svegliato gentile.
Ecco, entro nel primo negozio per chiedere se possono darmi qualche scatola.
Ho voglia di granita con la brioche.
"Guardi, li abbiamo appena dati ad un signore"
Voi lo sapevate che prima la granita si faceva davvero con la neve? Cioè, una volta il padre di un mio amico mi ha raccontato questa storia dei "nivaroli" e io ho pensato a quanto l'evoluzione sia stata benevola nei confronti di noi nuove generazioni, almeno per quanto riguarda la colazione in estate. Doveva essere un pò schifosa la granita nel Medioevo. Comunque, mi ha detto che i nivaroli raccoglievano e conservavano tanta neve in alcuni posti freschi sulle montagne siciliane e che poi i ricchi la compravano, facevano delle spremute di agrumi che poi versavano nel bicchiere pieno di neve, miscelavano e la mangiavano. Sempre d'estate.
Cammino ancora.
Io ho davvero voglia di granita. E della "brioscia", ovviamente.
Nel secondo negozio mi sento a disagio. Mica posso scavalcare tutta la fila alla cassa per chiedere di uno scatolone. E invece lo faccio.
Primo scatolone agganciato.
Comunque io ho ancora voglia di granita.
Tutti gli scatoloni di Palermo sono spariti e dopo due ore di rocamboleschi tentativi sono riuscita a trovare solo due scatole dove entrerebbero a malapena tre tazze. Ottimo.
Al telefono dico a qualcuno che sto cercando scatoloni per tutta Palermo come una dannata "Ho la lingua di fuori, cammino da due ore e fa caldissimo. Tengo duro e vediamo di conservare le prime cose".
Sono già seduta al bar e, gesticolando con il menù in mano, ho già ordinato la granita al limone. Con la brioche, ovvio.
Francamente, posso resistere a tante cose, ma non a questo. Sì, ormai ho detto al mio interlocutore che sto cercando le scatole e no, non voglio ammettere di essermi arresa.
"Sì, lo so... non ho avuto tempo di fare nulla. Ho messo i vestiti al contrario, non ho pettinato i capelli, un mostro che cerca scatole sono".
Rumore di stoviglie di vetro, odore inconfondibile di agrumi, il calore della brioche calda appena percepibile mentre la cameriera sfila la mano a due centimetri dal mio naso.
"...va bene... Adesso devo andare, ci sentiamo dopo, ciao.... Sì, ciao, ciao. CIAO. A dopo, okay, va bene. Ciao. Come no! A dopo. Stacco...ciao, ciao."
Una granita con la brioscia, la fisarmonica che ricama l'aria intorno, e nel mentre arriva il caffè.
Ma veramente la mattina si può essere felice con tre euro?
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