Cerca nel blog

mercoledì 28 febbraio 2018

La linea della felicità


(Stralcio del Lungomare Federico II di Svevia, Gela. Luglio 2017)


In estate mi piace osservare la mia città dal mare. 

La linea della felicità.

Credo che ognuno di noi abbia una visuale di preferenza sulle cose, un balcone sospeso che sceglie di occupare quando gli si chiede di parlare delle cose che ama. 

Il punto è che amare implica conoscenza e, si sa, conoscere davvero qualcosa o qualcuno non è mai così semplice come vorremmo. Significa azzerare le ombre. 
Quando illuminiamo un angolo, però, ne perdiamo un altro. Funziona così. 
Neanche il sole può illuminare tutto contemporaneamente, neppure a mezzogiorno.
Allora, quando mi chiedono di parlare della mia città devo decidere cosa illuminare per gli altri e cosa relegare alla penombra, almeno per quel momento.
Siamo protettivi con ciò che amiamo, io lo sono certamente, e c'è da aggiungere che con le luci faccio fatica. Questo è solo il primo passo. 
Il secondo,in certi casi, è mostrarlo agli altri.
Raccontare qualcosa che si ama è ancora più complicato, specialmente quando ci somiglia, quando il confine è così labile da confondersi.

Noi le costruiamo le città, le abbiamo costruite, e poi loro hanno trasformato noi, così che le loro luci, le loro ombre, finiscono per essere anche le nostre. 

Ricordo che quando ero poco più che un'adolescente una signora mi lesse la mano, giù per strada. Era una cosa che feci per noia, neanche per curiosità, e non prestai molta attenzione alle parole dell'anziana. Mi sfiorava la mano disegnando delle linee e ad un certo punto disse che la mia linea della felicità era lunga e dritta.
Ho osservato più volte la mano e non credo di averla mai trovata. Sembrano tutte abbastanza irregolari e corte.
La spiaggia di Gela, però, vista dal mare è lunghissima e dritta e quando la osservo dimentico tutte le mie stanchezze e i miei dubbi, così ho deciso che se non posso contare sulla mia mano, posso almeno contare su di lei per essere felice. Ogni tanto.


                                                     (La Torre di Manfria, Gela. Luglio 2016)

Nessun commento:

Posta un commento