"Ni virremu a chiazza"
La piazza è un abbraccio, di pietra e balate, uno sprazzo di arte che i cornicioni dei palazzi trattengono dal cielo.
Mentre scivoli sui rivoli di vita e di voci, la musica è così vera che nessun musicista d'eccezione potrebbe ripeterla. Un labirinto di vie e finestre, ti portano lì, una piazza. Una piazza non sarà mai solo uno spazio, un posto, è un luogo di anime, di assenze presenti, c'è qualcosa per tutti: vecchi, bambini e adulti, sognatori, ubriaconi, innamorati, arrabbiati, ballerini, sognatori, malinconici e speranzosi, gente che non ha mai condiviso nulla se non quei luoghi,la stessa vernice, le stesse panchine, gli stessi lampioni, la luce, certi cieli bui, certe note. Gente che non ha mai voluto incontrarsi, eppure sullo stesso marciapiede, lo stesso coro, una birra diversa, i bicchieri che si frantumano, qualche braccio distratto, le cicche sparpagliate, l'odore del cibo, e qualche sogno indefinito oltre alle pareti.
C'è silenzio o si abbannìa.
Ci si sdraia, si balla, si canta, si scappa, ci si ritrova o ci si perde, naufraghi e comandanti, generali liberi, smarriti.
Adagi ricordi di spensieratezza, di sana follia, quanto vorrei vivere in una piazza che non porta da nessuna parte ma dove tutti possono arrivare.
La protesta, la rivendicazione, il vagito di insensate resistenze che possono sciogliersi in una notte. Una piazza liquida, guarda dritto, guarda in alto, non fa niente se cadi, qualcuno ti raccoglie.
Quelle vite nascoste dalle piazze. Le piazze che scopri all'improvviso, i ballerini di tango quando sfiorano la notte e volteggiano sotto le chiese, la chitarra di uno sconosciuto, quando le saracinesche dei locali si abbassano e vicino la fontana qualcuno balla, quando la vita è deserta e quel vecchietto si lecca le dita per sfogliare meglio il giornale, su quella panchina sbiadita e sbilenca, quando il marciapiede è più comodo del divano e inizi a parlare di cose che poi ti sfuggono, la risata fragorosa del gruppetto lì in fondo, l'alba, se fa freddo, se fa caldo. Se cammini o se stai fermo. Quanta vita scorre nelle piazze, quanti sguardi si confondono.
Le piazze umane.
Quando vuoi conoscere una città cerca le sue piazze, stacci un giorno, o una notte, attraversale e fatti attraversare. Che la vita si annida lì.
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